Pochi giorni fa, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha annunciato durante una conferenza stampa, che avrebbe permesso a Huawei di continuare a commerciare con le compagnie statunitensi. La dichiarazione è arrivata nel corso del G20, assieme al blocco dell’aumento dei dazi al 25%. Questa concessione tuttavia, permetterà all’azienda di commerciare soltanto prodotti che non rappresentano un grosso problema per la sicurezza nazionale.
Fra USA e Huawei è tregua, ma con alcune condizioni
Huawei infatti continuerà a far parte della cosiddetta Entity List, con il presidente del Consiglio economico nazionale Larry Kudlow, che è intervenuto per precisare che non vi è alcuna amnistia generale nei confronti dell’azienda cinese. Questa infatti sarà ancora presente nella black list per gli scambi commerciali, i quali saranno limitati per motivi di sicurezza nazionale.
Il limite nei confronti di Huawei, impone nello specifico che quest’ultima potrà acquistare soltanto componenti e software disponibili in tutto il mondo, come per esempio accade per alcuni chip venduti da aziende americane.
Sorge quindi un naturale punto interrogativo riguardo allo storico ban di Google, per la certificazione sul sistema operativo Android. Nonostante questo sia open source infatti, i servizi Google, che appunto richiedono la certificazione per essere usati, consentendo l’utilizzo su licenza da parte dell’azieda di Mountain View, non sono disponibili in tutti i paesi.
Non si sa quindi cosa di preciso accadrà in questo caso, che è quello di maggior interesse. Huawei nel frattempo, continua a lavorare al suo “Piano B”, il quale riguarda la realizzazione di un sistema operativo alternativo che possa porsi come alternativa ad Android.
Non resta che attendere l’evoluzione degli eventi, per capire cosa succederà.