Guida al rooting per Android

android rooting

Uno dei principali vantaggi del sistema operativo Android è la sua natura open source. Di seguito troverete come (e perché) “sbloccare” lo smartphone e sfruttare al massimo il suo potenziale con il rooting.

Perché sbloccare lo smartphone

Lo svantaggio di un sistema operativo così aperto e personalizzabile deriva dai produttori di smartphone (come Samsung, Huawei, LG e altri), che sono soliti riempire i loro prodotti con applicazioni superflue e pesanti, rendendo lo smartphone meno efficiente.

Attivando i permessi di root, ci si può liberare delle app inutili e usufruire di nuove funzionalità.

Premessa al rooting

Il lato negativo del rooting è che espone i file di sistema e quelli più delicati (che sono solitamente di sola lettura) a abusi, malware e virus. Idealmente infatti, nessuno dovrebbe avere gli accessi root: il 99% delle operazioni necessarie all’utente non lo richiedono.

Dunque, la scelta sta a voi. L’unico consiglio che vi possiamo dare è quello di effettuare il root solo sui dispositivi fuori garanzia (oltre i 2 anni dall’acquisto), dato che, in caso di problemi, blocchi o danneggiamenti, la maggior parte dei produttori si rifiuterà di ripararvi il dispositivo.

Tenete conto che il root di Android è reversibile ed esistono numerose procedure per effettuarlo.

Come fare il rooting su uno smartphone Android

Vediamo finalmente come si svolge questa procedura. Come anticipato, agite solo se pienamente consapevoli dei rischi. Il sito android.caotic.it non si assume alcun tipo di responsabilità.

Sbloccare il Bootloader

Il primo passo per ottenere i permessi di root del telefono è lo sblocco del Bootloader, un “filtro” che controlla che all’accensione vengano avviati solo i file originali del produttore. Essendo una procedura delicata e necessaria per diverse operazioni, abbiamo creato una guida apposita: Come sbloccare il Bootloader di Android.

Seguite attentamente i passaggi, ricordandovi di effettuare un backup dato che questo è il momento in cui la memoria del telefono verrà cancellata.

Una volta disattivato il Bootloader, il telefono sarà completamente resettato. Mettetelo sotto carica finché non arriva al 100% e andate al prossimo passaggio.

bootloader rooting

Installare una recovery e una custom ROM

Con il Bootloader disattivato, occorre installare una recovery, cioè il menù iniziale che permette di installare una custom ROM, e la custom ROM stessa. Anche per questo passaggio, abbiamo una guida a sé: Come installare una custom ROM.

Controllare che i permessi di root siano attivi

Se avete seguito tutti gli step indicati, ora il vostro smartphone dovrebbe essere sbloccato. Per sicurezza, è possibile controllare l’effettivo stato del rooting con Root Checker. Questa applicazione gratuita offre anche una guida al rooting specifica per lo smartphone in cui è installata e la difficoltà di riuscita.

Root Checker
Price: Free

Per gestire i permessi di root serve invece un’altra app, SuperSU, che ci invierà una notifica quando un’app chiede i permessi di root. Avremo anche un elenco con le app già consentite, in modo da poter rimuovere le richieste ormai inutili o obsolete.

Cosa fare dopo il rooting

La prima cosa da fare dopo aver sbloccato uno smartphone Android è salvare i dati con Titanium Backup. Se dovesse essere necessario installare le Google Apps, in questa pagina è possibile trovare le ultime versioni (variano in base al processore del telefono e della versione Android installata).

Successivamente, ci si può sbizzarrire con le personalizzazioni più “nerd”. Si può installare una nuova versione di Android (la migliore è indubbiamente LineageOS), aggiungere un Launcher alternativo per Android o sfogliare tutti i file di sistema (facendo molta attenzione), bloccare gli annunci, disinstallare bloatware e app di sistema, inserire nuove funzionalità e molto altro ancora.