Il sensore di impronte ne ha fatta di strada, letteralmente: inizialmente corrispondeva al tasto Home centrale, poi si è spostato sul lato e oggi è quasi sempre posizionato sotto al display. C’è anche stato un periodo in cui ogni singolo smartphone Android aveva il sensore di impronte sul retro. Questo posizionamento è stato amato da molti e odiato da altrettanti, causando una sorta di divisione all’interno della comunità. Alla fine, è stato abbandonato dalla maggior parte dei produttori. Vediamo il perché.
Il sensore di impronte sul retro
Posizionare il sensore di impronte sul retro dello smartphone non è stata una scelta casuale: ha permesso ai produttori di ampliare la dimensione dei display, ridurre i bordi e migliorare il design generale dei dispositivi. Nonostante ciò, diversi svantaggi riportati dagli utenti Android hanno portato alla sua caduta in disuso.
È scomodo e poco pratico
La maggior parte degli utenti appoggia il peso dello smartphone sul mignolo, e estendere l’indice per raggiungere il sensore implica modificare temporaneamente il modo in cui si tiene il dispositivo. Questo spostamento può facilitare le cadute.
Richiede tempo
Come conseguenza del punto precedente, raggiungere con l’indice il sensore sul retro richiederebbe più tempo rispetto a utilizzare il pollice per sbloccare il dispositivo. Non è così per tutti: c’è chi ha uno smartphone di dimensioni contenute, o è abituato a tenerlo diversamente, e trova il sensore posteriore più “a portata di dito”.
Ci sono alternative migliori
Non molto dopo l’avvento dei sensori sul retro, sono arrivate nuove tecnologie per sbloccare il telefono. Attualmente la maggior parte dei dispositivi di recente produzione offre metodi di sblocco all’avanguardia, come quelli biometrici (impronta digitale in-display, sblocco con il volto, scansione dell’iride e scansione intelligente).
Questione d’abitudine
Quando è giunto il sensore di impronte posteriore, gli utenti erano già abituati a usare il pollice per sbloccare lo smartphone. Utilizzare l’indice era troppo confusionario e per molti non aveva senso, quindi hanno preferito continuare a inserire il PIN o sono passati a altri modelli.
È antiestetico
Questo dipende dai gusti di ogni utente, ma molti ritengono che il sensore di impronte sul retro sia poco piacevole da vedere. Rovinerebbe l’estetica della back cover, mentre il sensore di impronte laterale o sotto al display sarebbe meno invasivo.
I modelli che mantengono il sensore di impronte posteriore
Non tutti gli utenti sono felici di aver detto addio al sensore di impronte sul retro: alcuni si sono abituati con facilità e preferiscono utilizzare telefoni che hanno questa funzionalità. Uno dei migliori smartphone con il sensore posteriore è Google Pixel 4a, un modello di metà 2020 che rimane attuale grazie a una serie di ottime caratteristiche hardware, una fotocamera più che valida e il supporto di Google. L’uscita della generazione successiva, la serie Google Pixel 5, ha anche abbassato il prezzo da 389 euro a circa 340 euro.