La capacità d’imbrigliare il futuro ed anticipare tendenze in mercati in crescita, non ancora del tutto emergenti ma presunti tali, rappresenta una delle chiave di volta del successo di Samsung che dopo aver puntato su wearable e Smart Home starebbe adesso ponendo l’attenzione agli assistenti digitali.
Il futuro degli smartphone Android, e non solo di questi ultimi, potrebbe ruotare attorno S-Voice la cui utilità è abbastanza limitata all’interno dell’interfaccia TouchWiz ma potrebbe ben presto evolvere prepotentemente in direzione di un sistema simile ai moderni assistenti digitali – quali Google Now, Siri ed il nuovo e promettente Cortana – integrandosi profondamente nei servizi a marchio Samsung. Il colosso coreano ha infatti intrapreso una via perseguita e battuta dai principali competitor di settore, che oltre Google, Apple e Microsoft vede l’impegno anche di Facebook per la generazione di un assistente capace di essere al fianco degli utenti con notifiche, suggerimenti, segnalazioni e quant altro attingendo da tutti i servizi integrati sullo smartphone per un pieno controllo.
Samsung S-Voice potrebbe avere dalla sua il vantaggio di un eco-sistema proprietario che, pur se attualmente frammentato, offre un efficiente sistema di pagamenti come Samsung Pay, s’interfaccia in modo coerente a SmartTV e domotica grazie a Smart Home e potrebbe sfruttare anche una nuova generazione di smartwatch totalmente automatizzata sebbene l’esordio è verosimilmente atteso su di uno smartphone quale il futuro Samsung Galaxy S7. I maggiori problemi potrebbero però risiedere nei contratti stipulati con Google – basti ricordare le imposizioni fornite sul design dell’interfaccia TouchWiz – e Microsoft attualmente dotate del potere tale da ostacolare la generazione di un competitor che, almeno per come descritto sulla carta ed attingendo ai dati di distribuzione degli smartphone Galaxy, rappresenta una minaccia da non sottovalutare.
Google Now, soprattutto col lancio di Android 6.0 Marshmallow, ha evidenziato una profonda integrazione nativa col firmware come dimostrato da meccanismi come Now On Tap accessibile da qualsiasi schermata, c’è inoltre da ricordare la stipula degli accordi legati alla licenza MADA per la distribuzione di Android – sfociata recentemente in una class action – con l’obbligo di dover utilizzare determinati servizi delle Google Apps. Medesimo discorso interessa invece Microsoft, recentemente legata da un accordo di fornitura delle app Office a seguito del vincolo di pagamento delle royalties su Android abbandonato in favore della presenza dei propri servizi sugli smartphone Galaxy che potrebbe esser sfruttato anche per difendere il futuro di Cortana.
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La scelta avviata da Samsung per S-Voice potrebbe quindi degenerare in uno scontro sul futuro degli assistenti digitali il cui esito, oltre che prettamente sui servizi, pare vincolato ad interessi capaci di abbracciare persino gli OS mobile.