Sul nostro blog abbiamo dedicato tantissimi articoli ai prodotti marchiati Xiaomi, brand cinese divenuto oramai famoso nell’intero globo, ed è per questo motivo che vogliamo spendere 2 parole su una delle aziende che, come si evince dal titolo stesso, a quanto pare “ce l’ha fatta” davvero.
Chi si nasconde dietro la Xiaomi?
La Xiaomi Tech è un’impresa fondata nel 2010 da Lei Jun, ricco uomo d’affari soprannominato lo “Steve Jobs della Cina”, il quale poi scopriamo essere suo forte punto di riferimento per il modo di pensare, di agire dal punto di vista del Marketing, di vestire e altresì di comportarsi durante gli eventi pubblici.

Gli esordi e l’espansione
La società venne alla luce con lo scopo di realizzare e diffondere la MIUI, una Custom Rom che nel giro di poco tempo raggiunse un successo straordinario grazie sia alla somiglianza con l’interfaccia dell’iOS della Apple (amanti del robottino verde, perdonateci per il solo fatto di aver pronunciato queste 5 lettere), sia alla semplicità di utilizzo unita alla vastità di servizi proprietari come il Mi Store o il Mi Cloud e sia alla garanzia di aggiornamento settimanale apportante migliorie varie, nuove funzionalità, eliminazione di bug, ecc..

Ma fu solo nel 2011 che la “Shao-Mi” (dicono si pronunci in questa maniera e stia a significare “Litte Rice”, una specie di cereali molto apprezzata dai cinesi), optò di entrare nel complicato mercato telefonia mobile presentando lo Xiaomi Mi1, il primo della notoria serie Mi: per mezzo di questo device, caratterizzato da specifiche da top di gamma combinate ad un prezzo accattivante, iniziò l’espansione dell’azienda in primis in terra propria e in seguito in gran parte del nostro pianeta, diffusione favorita pure dall’assunzione di Hugo Barra, ex vice-presidente della sezione sviluppo Android.

Non solo smartphone
Inutile dire che cifre da capogiro sono entrate nelle tasche del creatore dell’ora popolare start-up che, col passare dei giorni, continuò a progettare e proporre alla folla non solamente ulteriori smartphone, ma anche tablet come il MiPad e dispositivi elettronici quali il Mi Band, la Yi Action Camera ed altri rientranti nel sistema delle “Smart Home”: tra questi, spiccano la MiTv, la Mi Smart Scale (bilancia pesapersone), il Mi Router e addirittura un depuratore d’acqua e un purificatore d’aria.

Premi e riconoscimenti
È stato attraverso i successori del vecchio Mi1 che, nell’Ottobre 2014, la Xiaomi sale finalmente sul podio del “maggior rivenditore di cellulari” piazzandosi al terzo posto (dietro Apple e Samsung) e superando validi concorrenti come LG, Lenovo e Huawei, in più 6 mesi dopo entra nel Guinness World Record per essere riuscita a piazzare ben 2,11 milioni di telefoni in 24 ore e su una singola piattaforma online.

Xiaomi, ma dove puoi arrivare?
È chiaro che l’impresa è tutt’oggi destinata a crescere grazie all’immissione della personale impronta sia nei territori emergenti sia negli USA, enorme nazione madre della sopracitata “mela morsicata”, amica e al contempo rivale di sempre. Riuscirà quindi il nostro brand, avvantaggiato dalla saggia politica di vendita (arrivata a prezzi inferiori del 50% rispetto a quelli proposti dai competitor leader nel settore), a raggiungere lo scalino più alto della pedana nei prossimi anni? Ai posteri l’ardua sentenza.