Uno dei limiti principali dell’attuale mercato smartphone è come sempre individuato nell’autonomia, purtroppo limitata da un’evoluzione delle tecnologie di ricarica e delle batteria non tali da compensare l’enorme crescita funzionale dei dispositivi come visionato in particolare sui modelli targati Samsung.
Il lancio dei due nuovi flagship, Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge, ha messo ulteriormente in luce una debolezza strutturale che la scelta del colosso coreano sul lato tecnico – implementando nella schede tecniche delle batterie con capacità minime – pare aver ulteriormente peggiorato. Se per molto tempo la colpa è parsa del produttore, e ciò analogamente anche per modelli di altri brand, oggi le responsabilità sembrano spostarsi verso Google e l’ultima release di Android 5.0 Lollipop il cui codice sarebbe afflitto da enormi bug rispetto l’ambito funzionale richiedendo consumi elevati per qualsiasi dispositivo. Le analisi condotte sul codice AOSP hanno infatti confermato come Lollipop vanti un meccanismo di apertura costante delle connettività, anche dopo la chiusura – definita come apparente ma non totale – o il termine di scambio dati, prosciugando di fatto le risorse dei dispositivi con un netto incremento presumibilmente legato anche a Google Play Services e le ancora non complete ottimizzazione di Google Now.
Il problema non riguarda soltanto i Samsung Galaxy S6 ed S6 Edge, presi ad esempio proprio per la ridottissima autonomia a causa delle capacità delle batterie molto esigue, ma tutto il panorama degli smartphone e tablet aggiornati ad Android Lollipop con qualche diversificazione delle prestazioni per alcuni prodotti come Sony e Motorola capaci di compensare meglio di altri i problemi. Probabile, a questo punto, che in molti lavoreranno quindi celermente in funzione di Android M che proprio l’azienda californiana ha presentato come una release capace di migliorare notevolmente l’autonomia, confermando la consapevolezza degli errori maturati su Lollipop.