Nell’ultimo decennio i dispositivi elettronici hanno subito uno sviluppo notevolissimo in fatto di prestazioni, diventando sempre più potenti, il che coincide con un maggior consumo di risorse dovendo quindi implementare costantemente batterie con capacità più elevate. Sembra però che SolidEnergy (start-up del Massachussets Institute Technology) nell’immediato futuro potrà garantire il doppio dell’autonomia.
Le start-up oggi sono diventate fonte di idee e progresso: affacciandosi sul web è semplice trovare portali dedicati a questo mondo, dove tramite il crow-founding i privati cercano di finanziare i loro brevetti. Spesso però può capitare che enti di livello internazionale intuiscano la bontà delle idee dei progetti e finanziano direttamente di tasca propria, come nel caso di SolidEnergy, creata da Qichao Hu (ex alunno MIT).

Fondata nel 2012, l’anno scorso pubblicò il primo prototipo: una batteria identica a quella adottata per assemblare l’iPhone 6 con una capacità leggermente maggiore, ma con dimensioni dimezzate. Ovviamente, stando ai rapporti matematici, costruendone una identica la capacità sarà doppia.

Questo è quello che promette la start-up. Ma com’è arrivata a questo risultato SolidEnergy? Sostituendo la tecnologia agli ioni di litio con degli anodi composti da strisce sottilissime dello stesso materiale, che garantiscono minor ingombro, una doppia capacità di immagazzinamento e una sicurezza maggiore perché non infiammabili.
Il percorso intrapreso non era una novità: altre aziende avevano già sondato il terreno in passato ma con scarsi risultati. SolidEnergy non si è arresa e tramite la creazione di un sistema ibrido è riuscita nel suo intento ottenendo i risultati sperati.

Indiscrezioni riferiscono che a partire dal 2017 SolidEnergy inizierà a immettere sul mercato batterie basate su questa tecnologia per i droni per poi allargare il bacino di utenza con gli smartwatch e smartphone. Un pensiero va in automatico anche al progetto Tesla, ovvero la casa automobilistica produttrice di veicoli elettrici. Siamo davvero vicini ad una svolta molto significativa?