Oggigiorno il mercato degli smartphone è dominato da due aziende che svolgono tutto in casa propria (Apple e Windows) e da Android, sistema operativo per dispositivi mobili che consente una grandissima scalabilità e capacità di adattamento. Tante case vendono i loro prodotti con il sistema di Google: tra le più conosciute abbiamo ASUS, Samsung, Sony e Huawei. Quest’ultima ha comunicato di aver recentemente intrapreso un percorso che la porterà ad avere un sistema operativo proprietario, seguendo le orme di Samsung, con il suo Tizen.

Ma come mai una scelta simile? Android in fondo è una garanzia: è il sistema operativo mobile più diffuso sul pianeta, vengono rilasciati con grande frequenza aggiornamenti sia da Big G che dalle case produttrici e gli utenti sono in continua crescita. Sembra tutto perfetto, ma non per l’azienda cinese, che non ha scartato l’idea di cercare di costruire qualcosa di proprio andandolo ad integrare sui propri dispositivi.
Tutti noi sappiamo bene quale sia stato il destino di BlackBerry: da dispositivo di successo al baratro nel giro di pochissimo tempo. Se nel futuro Android dovesse avere questa stessa sorte, o comunque un calo qualitativo, andando a compromettere le caratteristiche e la bontà del produttore cinese? D’altro canto ci sarebbe anche la possibilità di creare un prodotto interamente in casa propria, cercando di valorizzare ulteriormente la propria gamma.

Sicuramente Huawei ora come ora non ha né i mezzi né le conoscenze per poter costruire un proprio OS da zero, pur essendo una solidissima realtà sul mercato, in grande ascesa anche sulla zona Europea (basti vedere tutte le sponsorship siglate con società sportive di caratura internazionale), capace di dare alla luce prodotti molto validi: il Nexus 6P e Huawei P9 sono due veri gioielli. Ma, come la storia insegna, in questo settore del mercato, le sorprese non mancano mai.