Tra i prodotti attesi nei prossimi Q3 e Q4 2015 una delle maggiori aspettative è oramai nata sulla prossima generazione dello Xiaomi Mi Band, wearable del colosso cinese con funzioni da activity tracker ed un prezzo capaci di conquistare non solo il mercato asiatico bensì globale dei dispositivi indossabili. Come ampiamente prevedibile le novità sulla seconda generazioni saranno non poche ed in rete cominciano già a circolare ipotesi da cui trarre spunto.
Una delle più interessanti è relativa un curioso rendering emerso sul noto social network asiatico Weibo relativo una smartband molto similare al design dello Xiaomi Mi Band ma con, tra le sue peculiarità, un display integrato sul nocciolo con funzionalità touch. Partendo dalla consapevolezza di come il render appartenga alla categoria dei fake, quindi nulla che possa esser considerato come ufficiali o simil-tale, l’ipotesi di uno schermo di tale tipologia non è del tutto da escludere andando così ad allinearsi non solo ai principali competitor come la famiglia TalkBand di Huawei e Gear Fit – anch’esso pronto con una nuova versione più ricca e funzionale – di Samsung, ma soprattutto a determinate funzionalità proprie del bracciale.
Oltre al monitoraggio del sonno e dell’attività fisica, particolarmente agevolate da un ipotetico display rispetto l’attuale consultazione smartphone tramite la pur ottima app Mi Fit, ciò a cui ci si riferisce con particolare attenzione è la sicura presenza del chip NFC per i pagamenti digitali. Col lancio di Android Pay e Google Hands Free, senza considerare Apple Pay e Samsung Pay, la necessità d’imporsi in questo settore diventa primaria per Xiaomi e l’offerta di un sistema di transazioni semplificato senza dover passare necessariamente dallo smartphone per consultare i dettagli dei pagamenti potrebbe risultare vincente sul prossimo Xiaomi Mi Band pur tenendo conto di un lieve aumento dei prezzi rispetto l’attuale generazione.
Le seguenti sono chiaramente solo considerazioni prive di conferme, al contempo però si propongono come interessanti spunti non troppo dissimili da una possibile realtà ai quali far riferimento nell’attesa che Xiaomi sveli le carte in tavola.